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Per Miyamoto non basta la passione per lavorare nel settore videoludico

Non solo fan sfegatati del mezzo, ma principalmente profondi conoscitori.

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Per chi lavora in un settore particolare come quello dei videogiochi, appare scontato che uno dei requisiti indispensabili per lavorare in questa industria sia quella di avere una particolare passione e propensione al medium. Tuttavia, uno degli uomini di Nintendo, Shigeru Miyamoto, non sembra pensarla esattamente così, ma anzi secondo il celebre game designer questo non rappresenta un elemento basilare per le figure professionali che la compagnia va cercando nei suoi dipendenti, come rivelato in un'intervista del New York Times.

Come ha spiegato lo stesso Miyamoto: "Sempre di più cerco di fare in modo che siano i più giovani a prendere le redini. Cerco sempre dei designer che non siano dei super-appassionati fan di videogiochi. Per me è un punto fondamentale assicurarmi che non siano semplicemente dei giocatori, ma che abbiano anche molti interessi differenti e set di abilità particolari".

In effetti, il discorso di Miyamoto non fa una piega: in questo settore non possono lavorare solo ed esclusivamente degli entusiasti, trattandosi di un'industria in costante evoluzione e non più formata solo da appassionati. Anzi, si tratta di un mondo che sempre più fa leva su persone specializzate, che conoscono il medium non solo perché giocatori, ma soprattutto perché fonte di una ricerca e di una professionalizzazione del settore. Voi cosa ne pensate: siete d'accordo con Miyamoto oppure pensate che la passione sia tutto per lavorare in questo ambito?

Per Miyamoto non basta la passione per lavorare nel settore videoludico

Si ringrazia Nintendo Evertything.



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