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The Last Guardian

The Last Guardian - Ultime impressioni

Dopo 10 anni di sviluppo, l'attesissimo titolo di Team Ico si prepara a debuttare il prossimo mese. Ma sarà all'altezza delle grandissime aspettative?

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Quando un prodotto è in sviluppo da tanto tempo, ci sono sempre un sacco di insidie da tenere in considerazione. La prima cosa, ovviamente, è se il prodotto finale risulta effettivamente finito, se è riuscito a conservare quella scintilla creativa che è alla base di ogni espressione artistica, giochi inclusi. La seconda insidia è un po' più oscura, che è ciò che è accaduto esattamente a The Last Guardian, un esempio in cui la storia dietro al suo sviluppo rischia di essere più interessante del gioco in sé.

Proprio a causa di queste insidie, The Last Guardian è sull'orlo del precipizio di una sfida piuttosto ardua. Come può il gioco trascendere dalla storia tormentata del suo sviluppo, e offrire un'esperienza fedele alle enormi aspettative dei fan di Team ICO?

Recentemente abbiamo avuto modo di giocare a circa due ore e mezza del gioco fin dall'inizio e ne siamo usciti con una sensazione piuttosto difficile da spiegare, a cui neanche oggi riusciamo a dare forma concreta. Giocare a qualcosa che è stato in sviluppo per così tanto tempo è stata un'esperienza profondamente cerebrale, che è stato inoltre oggetto di controversie anche quando non esisteva ancora in modo tangibile, ma tutto questo ha certamente portato con sé un grosso peso, quasi come se l'intero mondo si poggiasse sulle sue spalle.

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Per tutti questi motivi siamo ancora molto confusi nel riuscire a farci un'idea su The Last Guardian, in quanto il nostro timore è che il gioco difficilmente riuscirà a mantenere le sue promesse e il rischio che i fan che lo hanno aspettato così a lungo possano restarne delusi è davvero dietro l'angolo.

The Last Guardian
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Partiamo dunque dagli aspetti negativi, così da spianare la strada alle sue qualità migliori: il reparto tecnico. Il gioco ha assistito ad un cambiamento di piattaforma, in quanto era inizialmente previsto per PlayStation 3, ma dopo 10 anni di sviluppo continuativo, tutti si aspettano che The Last Guardian possa comunque reggere, sia da un punto di vista di meccaniche sia da un punto di visto di rifiniture. Beh, allora preparatevi a restare un po' delusi. Prima di tutto, c'è un problema relativo ai controlli. Per quanto Team ICO non sia mai stato particolarmente noto per avere meccaniche semplici e immediate per muovere i propri personaggi, The Last Guardian sembra perfettamente ereditare questo aspetto negativo. Il personaggio principale ha diverse abilità di base, come ad esempio trasportare oggetti, lanciarli, saltare, arrampicarsi e mettere insieme tutti questi aspetti offre al gioco un certo senso di mobilità, ma al tempo stesso, la summa di questi vari aspetti lo rendono al contempo insopportabile. In realtà, ricordano molto le meccaniche di base di Shadow of the Colossus, dove non si sa mai in che modo il proprio personaggio reagisca fisicamente ad una determinata sfida o input. Non si riesce mai a capire fino a dove riesce ad arrivare con un salto, in quale direzione verrà lanciato il vostro oggetto, o come e dove è possibile aggrapparvi all'ambiente circostante.

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Confuso è dir poco, e questo si affianca anche ad un uso odioso della telecamera, in cui si ha veramente la sensazione di essere di fronte ad un gioco PlayStation 2, e neanche di quelli particolarmente buoni.

Tuttavia, il gioco ha qualcosa di più, qualcosa che è molto difficile da descrivere, difficile da comprendere quando si vestono i panni da recensore cinico - c'è una qualche magia, la stessa magia che permea lo studio di Team ICO, un'emozione, un'atmosfera.

The Last GuardianThe Last GuardianThe Last Guardian

L'aspetto cinematografico, e tutti i vari aspetti che questa area contiene, sono davvero unici in The Last Guardian, e diventa subito evidente - non appena si viene svegliati dal sole che inizia ad inondare la caverna nella prima area di gioco - che, nonostante ci siano voluti 10 anni per svilupparlo, nessun altro studio è capace di offrirvi una presentazione del mondo di gioco paragonabile a quella offerta da Team ICO. Anche la più piccola delle azioni è ricolma di senso e raffinamento, dove anche qualcosa di banale come rimuovere le lance dalla schiena di Trico diventa un momento piuttosto iconico, nonostante il fatto che l'interazione stessa sia semplice.

C'è un senso di partecipazione profondissimo in The Last Guardian, è evidente che buona parte del suo sviluppo sia andato proprio in quell'aspetto, ed è esattamente questo ciò che rende questo titolo divertente da giocare, e ancora più importante, permette di perdonargli comunque le sue numerose lacune tecniche.

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È tutta una combinazione perfetta tra il rapporto che si instaura tra il ragazzo e Trico, la musica spettacolare, e gli ambienti misteriosi che esploriamo. In una certa misura, proprio come i piccoli classici indie degli ultimi anni, la semplicità della meccanica, anche quelle mal progettata ed eseguita, diventa uno elemento quasi secondario, in quanto riuscirete comunque ad apprezzare questo mondo e il fatto di partecipare a questo rapporto difficile ma affascinante con questa imponente creatura.

Abbiamo trascorso tre ore con The Last Guardian, e siamo andati via molto confusi. Confusi perché mentre il gioco riesce a ricreare quella magia rintracciata nelle opere precedenti dello studio e che gli hanno permesso di aggiudicarsi un posto tra i classici moderni, i giocatori potrebbero comunque non riuscire a soprassedere su alcune carenze tecniche e meccaniche dopo 10 anni di sviluppo.

La nostra speranza è che i giocatori di tutto il mondo riescano a perdonargli tutto non appena il prossimo 6 dicembre The Last Guardian raggiungerà le nostre piattaforme, perché la ricompensa è davvero spettacolare, anche se in modo più complicato.

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