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For Honor

For Honor - Impressioni hands-on

Vichingo, Cavaliere o Samurai: chi sceglierete?

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For Honor è stato mostrato per la prima volta all'E3 dello scorso anno e da allora le cose sono state stranamente tranquille, cioè fino a quando i travolgenti Vichinghi non hanno preso d'assalto il palco della conferenza stampa di Ubisoft all'E3 e sono diventati parte di una trinità composta da Cavalieri, Samurai e...i Vichinghi, appunto. Apparentemente queste tre tipologie di guerrieri (o predoni, nel caso di vichinghi) molto diverse sono in conflitto da mille anni. E abbiamo deciso di prendere queste dichiarazioni per buone, anche perché For Honor non fa dell'attendibilità storica uno dei suoi punti di forza.

Al centro del conflitto c'è Apollyon, un signore della guerra e maestro manipolatore che dovrete sconfiggere al fine di superare questo costante conflitto. La campagna si articola in tre parti, dunque giocherete come Kensei (Samurai), sia come Raider (Vichingo) o Warden (Cavaliere). Ci aspettiamo che ci saranno degli scontri, ma forse verso la fine si ritroveranno a fronteggiare un nemico comune... almeno, questo è ciò a cui siamo giunti a conclusione in questo livello.

Sotto molti punti di vista, For Honor assomiglia a ciò che Ryse di Crytek avrebbe potuto essere. È bello ed epico, e riprende la medesima brutalità nei combattimenti ravvicinati. Eppure c'è molto di più da un punto di vista del gameplay, e ci vuole un po' per disimparare le abitudini superficiali che ci siamo trovati ad apprendere in titoli molto più indulgenti del genere hack'n'slash. In questo caso avrete bisogno di tempo per effettuare i vostri attacchi, e usare la vostra astuzia al meglio in questa serie di duelli.

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Come senza dubbio avrete notato dalla clip di gameplay all'E3, gli attacchi arrivano da tre direzioni e vi viene chiesto di bloccarli. I nemici tendono ad attaccare con uno schema fisso così una volta che avete imparato quelle, l'azione diventa più fluida. Inoltre vi è la mossa che permette di rompere la guardia di un nemico e poi abbatterlo. Se c'è un ammasso di rocce vicino o alcuni punteruoli, potete sbrigarvela rapidamente così con il vostro avversario. Mescola un po' l'azione, e rende alcuni momenti davvero soddisfacenti. Non richiede davvero molta abilità, ma sembra comunque bene.

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Gli indicatori che mostrano da quale direzione arriva un attacco possono essere disattivati, a questo punto avrete quindi bisogno di imparare a "leggere" le animazioni per capire da dove verrà sferrato il colpo successivo. Questa opzione migliora tanto l'esperienza, in quanto ci si lascia liberi di seguire ciò che sta accadendo sullo schermo piuttosto che concentrarsi sulle istruzioni. Abbiamo anche notato che eravamo troppo rilassati e meno attenti quando avevamo suggerimenti a schermo, ma magari non sarà così per tutti.

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Un altro aspetto interessante di cui abbiamo appena scalfito la superficie sono gli oggetti da raccogliere e le abilità. Abbiamo raccolto pozioni di salute, e il loro uso è ovvio, ma abbiamo anche ottenuto l'abilità di "vendetta" che abbiamo ricaricato e che ci ha permesso di fare più danni in un breve lasso di tempo. Speriamo che ci saranno molte più di queste abilità a variegare un po' un'esperienza che altrimenti potrebbe correre il rischio di diventare un po' monotona.

La grafica rappresenta un selling point importante per titoli di questo tipo, ma ad essere onesti l'abbiamo trovata un po' deludente se vista da vicino. C'è ancora del tempo per le rifiniture da oggi e al lancio, quindi è anche abbastanza inutile stare troppo a preoccuparsi, ma con un gioco che è così focalizzato su combattimenti così ravvicinati che difficilmente si aprono a arene più espansive, ci aspetteremmo una grafica fenomenale, ma non è proprio andata così.

Dopo aver dato un'occhiata al gameplay all'E3 dello scorso anno, focalizzato sul multiplayer e sui cavalieri, è diventato abbastanza palese all'E3 di quest'anno che Ubisoft sta lavorando sodo a For Honor. La campagna è giocabile sia in singleplayer sia in 2 giocatori co-op, e il multiplayer promette ancora una volta di essere una parte importante del pacchetto. Inoltre sono previste fasi di alfa e beta nel momento in cui il gioco entra nella fase finale di sviluppo. Abbiamo ancora qualche riserva sulla trama, ma alla fine il gioco di per sé rispetta perfettamente i canoni del genere. Se Ubisoft Paris ci dà dentro e riesce a farci prendere a cuore la storia, potremmo avere tra le mani un classico, che magari ci farà dimenticare il più presto possibile Ryse: Son of Rome.

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