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Dark Souls III

Dark Souls III

Siamo volati ad Amburgo per scoprire il terzo attesissimo capitolo della temuta saga RPG Dark Souls.

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Di recente, abbiamo avuto l'opportunità di provare in anteprima, durante un evento tenutosi ad Amburgo, il nuovo Dark Souls III. Prima di mettere le mani sul gioco, abbiamo partecipato ad una breve presentazione del gioco, in cui ci è stato mostrato un nuovo trailer, con una versione piuttosto inquietante e sinistra di True Colors di Phil Collins. Conclusa la visione, è salito sul palco Atsuo Yoshimura, produttore internazionale, chiedendoci di aspettare "quel bel tipo", riferendosi ovviamente a Hidetaka Miyazaki, ideatore della serie RPG di From Software. Non vedevo l'ora di incontrarlo. Poco dopo, Miyazaki è finalmente sopraggiunto e ci ha offerto una breve panoramica del loro nuovo gioco, a partire dalle novità che troveremo in Dark Souls III: mondi più grandi, un sistema di combattimento migliorato, multiplayer esteso e boss più spaventosi.

Grazie alle console di nuova generazione, infatti, From Software è riuscito a creare mondi decisamente più vasti, che si traducono in labirinti più complicati, dove c'è sempre qualcosa da scoprire o tentare una strada alternativa. Questa è stata anche l'esperienza con cui mi sono dovuto fronteggiare una volta accomodatomi su una panca di una chiesa e ho messo le mani sul controller. Dark Souls III si presenta esattamente come un gioco Dark Souls tradizionale, ma ovviamente decisamente più definito e bello di un tempo. Le armature sbrilluccicano al sole, i mostri risultano decisamente più dettagliati. Insomma, sembra davvero un bel prodotto. Tuttavia, mi è capitata la stessa cosa che mi succede tutte le volte che gioco ad un nuovo capitolo di una vecchia serie: non sembra esserci nessun salto di grafica significativo, come quando la serie ha debuttato sulle console di nuova generazione. Forse abbiamo appena raggiunto un nuovo livello per quanto concerne le abilità grafiche, dove tutto si fonda più sui piccoli miglioramenti rispetto al grande salto di qualità. Beh, se funziona, perché aggiustarlo? Come ho già detto, il gioco è veramente bello e ha un che di disturbante, e la forza grafica di Dark Souls risiede essenzialmente nell'essere caratterizzato da un design che creativamente parlando rappresenta un incubo.

Ci troviamo nella terra di Luthric, con un personaggio che è un non morto da così tanto tempo da non ricordare neanche il suo nome. Questa persona ha cercato di uccidere tutti i Signori esistenti, ma non ce l'ha fatta, e ora nella morte cerca di raggiungere ancora questo obiettivo. La trama di Dark Souls III è, come nei giochi precedenti, molto complessa per riuscire a capire di cosa parli davvero. Ho chiesto a Myiazaki di approfondire un po' di più questo aspetto. Anche lui ha ammesso quanto la trama attorno a cui ruota questo gioco sia davvero difficile da spiegare, ma che tutti i personaggi e le creature sono caratterizzati da una triste malinconia, e c'è solitudine in ogni dove, anche nei personaggi più sinistri. Ma in tutto questo dolore apocalittico, c'è anche un bagliore di speranza. Myiazaki sembra voler raccontare la storia lavorando ad un livello tematico ed emozionale piuttosto che con una trama vera e propria.

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Anche se ci troviamo in una vecchia chiesa, Myiazaki non è credente. Almeno non quando si tratta di antiche leggende e miti, ma ha trovato in essi grande ispirazione ed è certamente affascinato dai rituali e dalle storie che portano con sé. La stragrande maggioranza delle idee di design le ha ricavate dal mondo della letteratura. Credo che l'incontro tra le leggende tradizionali europee medievali, e un narratore e game designer giapponese, abbia dato vita a questo universo unico che ritroviamo nei giochi Dark Souls.

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Il primo approccio di From Software con le console di nuova generazione è avvenuto grazie a Bloodborne, pubblicato appena lo scorso anno. Durante lo sviluppo di questo gioco, hanno usato questo tempo per ripensare completamente la serie Dark Souls, e hanno recuperato aspetti dell'esperienza di Bloodborne in Dark Souls III. Prima di tutto, l'esperienza tecnica, ma in forma più concreta ci sono alcuni aspetti che sono stati completamente recuperati. La quantità di oggetti e risorse che potete portare con voi è stata limitata, ma gli aspetti di maggiore ispirazione rispetto a Bloodborne riguardano il modo in cui si controlla il proprio personaggio. La velocità degli attacchi del personaggio è stata un po' aumentata. Il sistema di combattimento è stato caratterizzato da una revisione generale, ma per il resto, è esattamente come lo conosciamo.

Qualsiasi veterano di Dark Souls si troverà qui a suo agio e si farà uccidere più e più volte, proprio come siete abituati. Tuttavia, ci sono alcune aggiunte notevoli sotto forma di nuove competenze. Queste sono associate ad ogni arma. Dark Souls III può essere giocato sfruttando una sola arma e per rendere le cose più interessanti, hanno aggiunto queste competenze per approfondire le strategie attuabili con ciascuna arma, in modo che ogni oggetto avrà un suo specifico ruolo. Ad esempio, un cavaliere con una Spada Lunga può utilizzare la posizione di guardia, che gli permette di effettuare attacchi molto più forti. Ogni personaggio sarà quindi associato ad una particolare arma, ha abilità speciali. Questo sicuramente è un aspetto che riuscirà a soddisfare il desiderio dei fan di giocare numerosi playthrough, provando strategie differenti. Forse è solo la mia mancanza di abilità con Dark Souls, o il tempo limitato a mia disposizione con il gioco, ma non ho avuto occasione di provare molte di queste competenze, quindi sarà davvero interessante scoprirle non appena ne avremo occasione in vista della recensione.

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La demo non sembra essere così lontana dalla versione finale, e abbiamo iniziato esattamente dall'inizio. Qui possiamo scegliere e progettare il nostro personaggio, proprio come avveniva nei giochi precedenti. Scelgo il cavaliere, e dopo la sequenza introduttiva, mi alzo lentamente dalla mia tomba nel 'Cimitero di Ash'. Inizio a correre e a recuperare memoria dei controlli da utilizzare, iniziando ad ammazzare alcuni scheletri incappucciati. Sembra tutto molto semplice e la mia sicurezza cresce a dismisura: forse tutto sommato non facevo così schifo a Dark Souls. Mi sposto su un sentiero che corre lungo la collina, e presto i miei occhi si imbattono in un bel panorama, con un monastero misterioso all'orizzonte. La cosa grandiosa di Dark Souls è che sai che si arriva ad un certo punto, e bisogna combattere contro una temibile e indescrivibile belva. Dove finisce il sentiero ci sono alcune rovine, e mi muovo in un cantiere a cielo aperto, ma all'improvviso sono costretto a fermarmi. Una gigantesca creatura in una grande armatura da cavaliere, è inginocchiata lì nel mezzo con una grande ascia in mano. Mi muovo lentamente verso la creatura, ma non succede nulla. Quando mi avvicino, mi accorgo che il suo petto è trafitto da una spada, e un indizio sullo schermo mi dice che posso estrarla. So molto bene che cosa succede nel caso in cui lo faccia, ma devo ... E infatti la creatura si risveglia prontamente. Il suo nome è Ludex Gundyr, e comincio a girargli intorno. Rotolo e lo colpisco alla schiena. "Posso fare così," penso tra me e me, prima che mi salta addosso e mi riduce in poltiglia, ed ecco comparire sullo schermo la scritta "Sei morto".

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E ricomincio. Fedele alla tradizione, inizio dall'ultimo fuoco visitato e mi muovo per combattere ancora quella belva. Lui è già pronto a ricevermi, e prima che io possa dire "l'uomo gigante con un'ascia", sono morto di nuovo. Magari la terza è quella buona, come si suol dire. Ma non in Dark Souls III. Infatti mi uccide ancora, ma questa volta in tre colpi. A poco a poco sento tornare in me quella frustrazione familiare, e inizio ad innervosirmi perché rischio di non vedere altro del gioco, se il tempo a mia disposizione finisce. Niente, non ci riesco proprio. È solo dopo il sesto/settimo tentativo che comincio a realizzare quale possa essere la strategia. Riesco a ridurre metà della sua barra della salute quando accade qualcosa di spaventoso: spara fuori dal suo corpo lunghi tentacoli e all'altezza della gola spunta una terribile testa di serpente. Mi torna alla mente un concetto descritto da Myiazaki nel corso della presentazione, che ora riesco a capire meglio. Nelle battaglie con i boss, c'è il cosiddetto momento di riscaldamento. Proprio nel momento in cui credi di avere la meglio, la creatura improvvisamente muta e diventa un mostro infernale.

Muoio per altre 4 o 5 volte prima di riuscire finalmente ad annientare la belva, ed è proprio in quel momento che mi ricordo perché uno ama giocare a Dark Souls. La felicità di riuscire finalmente a sconfiggere un nemico è qualcosa di indescrivibile in questa serie. Il gioco è tosto, è vero, ma solo se non si è abbastanza bravi, e se non siete abbastanza bravi, allora dovete imparare. I vostri sforzi verranno ricompensati e proverete una bella sensazione.

Dopo il mio piccolo incontro con il signor Gundyr arrivo in un castello. Mi faccio strada nella grande sala del trono con cinque sedie, quattro di loro vuote. Qui dovrebbero esserci i cinque Signori di Cinder, ma hanno lasciato i loro troni, e sembra che il mio compito sia quello di farli tornare. Naturalmente non sono riuscito ad arrivare a quel momento, ma dopo questo hands-on, non vedo l'ora di farlo.

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Ritorna il multitiplayer in Dark Souls III. Funziona esattamente come prima, ma è stato esteso per supportare fino a sei giocatori. È possibile avere due fantasmi bianchi e un rosso, ma se preferite, è possibile evocarne un ulteriore per ciascuno. Penso che sia un'aggiunta molto divertente, che può aprire a molte opzioni di divertimento, soprattutto ora che il numero degli amici coinvolti aumenta.

Di solito quando si provano i giochi in questi eventi in anteprima, vi capita spesso di pensare: "Sembra buono, ma spero che apportino qualche ritocco qui", ma in questo caso mi sono trovato a giocare un titolo completo. È rassicurante il fatto che il gioco sembri funzionare perfettamente, così vicino al lancio. Gli sviluppatori hanno sostenuto che la difficoltà è stata abbassata un po' in questa demo, così abbiamo potuto esplorare con maggiore facilità qualche contenuto in più in questo tempo ridotto. Se è così, ho davvero paura del gioco finale (in senso buono, si intende) perché Dark Souls III si è rivelato altrettanto impegnativo, e frustrante, com'è di solito la serie, ma anche altrettanto magico e suggestivo.Il gioco sembra buono, anche se non drammaticamente più raffinato dei suoi predecessori, le nuove iniziative potrebbero aprire ulteriormente a diverse possibilità, e favorire ulteriori playthrough. Se siete fan di Dark Souls, sicuramente ci dedicherete del tempo non appena il gioco sarà disponibile il prossimo 12 aprile. Nel frattempo la nostra raccomandazione è una sola: "Preparatevi a morire!".

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